Un corto animato totalmente italiano partecipa alla gara per gli Oscar 2026. Si tratta di “Playing God”, realizzato dal regista-scultore Matteo Burani, assieme alla collaborazione dei compagni di liceo Arianna Gheller e Rodolfo Masedari. Un progetto lungo e faticoso, svoltosi a Bologna e dalla durata di sette anni, che finalmente ha goduto di belle soddisfazioni. Fra queste, numerosi premi festivalieri e gli apprezzamenti del celeberrimo regista Guillermo del Toro e di John Musker della Disney.
La genesi di “Playing God”
“Playing God” nasce dal profondo intreccio tra arte classica, scultura e stop-motion in un piccolo laboratorio sotto i portici di Bologna. L’ideatore Matteo Burani, classe 1991 e bolognese di nascita, ha studiato arti figurative e scultura. Oltre a lui, il progetto vanta la collaborazione di Arianna Gheller, che si è occupata dell’animazione del corto, e di Rodolfo Masedari, produttore del progetto. Produzione italo-francese firmata dalla casa bolognese Studio Croma e da Autour de Minuit, “Playing God” ha ottenuto diversi aiuti per la sua realizzazione. Oltre a una campagna di crowdfunding, la Regione Emilia-Romagna, attraverso l’Emilia-Romagna Film Commission, e il MIC hanno partecipato alla sua definitiva attuazione.
L’ideazione e la trama di “Playing God”
L’idea di “Playing God” prende ispirazione dal “Compianto sul Cristo morto” nella chiesa di Santa Maria della Vita a Bologna, una tra le sculture preferite di Burani. Il cortometraggio in stop-motion, dalla durata di circa sette minuti, vuole affrontare il rapporto tra materia e forma, tra perfezione cercata e imperfezione reale. Inoltre, il corto dà vita a un universo inquietante, mettendo in scena 60 pupazzi in terracotta (alti circa 58 centimetri, con struttura interna “ball-and-socket”). Nel racconto sono presentati come corpi deformi, con lacrime ricche di angoscia e fragilità, accumunati dal senso di rifiuto dal proprio creatore.
La storia narra di uno scultore ossessionato dalla perfezione, che tenta di plasmare una figura umana dalle proporzioni ideali. Dopo un fallimento, il creatore abbandona la sua creatura. Tuttavia, questa cerca disperatamente di attirare l’attenzione del suo artigiano, finendo però per autodistruggersi. Questa troverà accoglienza tra le altre opere abbandonate.
“Playing God” (©”Playing God”)
I riconoscimenti raccolti finora
“Playing God” ha già ottenuto numerosi premi e attenzioni prima ancora della corsa alla 98ª edizione degli Academy Awards. Prima di arrivare ad Hollywood, questo body horror ha vinto il “Tribeca Film Festival” di New York e l’“Animayo Festival” delle Canarie. Inoltre, il corto animato ha ricevuto una Menzione Speciale da FEDIC alla 39ª edizione della sezione Critica della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Nel 2025, ha vinto anche un premio tra i migliori cortometraggi al prestigioso Nastri d’Argento. Recentemente (novembre 2025) ha ricevuto una Menzione speciale documentari al “Matera Film Festival”.
“Playing God” verso gli Oscar 2026
Al 6 dicembre 2025 risale la notizia che “Playing God” si trova tra i 113 cortometraggi (da tutto il mondo) selezionati dai membri dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences per la corsa all’Academy Award 2026. Tra l’8 e il 12 dicembre i membri dell’Academy voteranno, e il 16 dicembre sarà annunciata la lista delle 15 opere più votate, che accederanno alla shortlist. “Playing God”, dunque, attende questo verdetto. Per il gruppo di produzione questa candidatura costituisce già un enorme traguardo.