Seguici su

Ciao, cosa stai cercando?

Libri

Il Signore degli Anelli: la Terra di Mezzo al suo apice

Il Signore degli Anelli è il capolavoro di J.R.R. Tolkien, l’apice del suo lavoro e il classico della letteratura fantasy per eccellenza, sublimato però da culture, lingue e un substrato generale credibile e assolutamente realistico

Disegno de "Uno stregone non è mai in ritardo" di John Howe
Particolare de "Uno stregone non è mai in ritardo" (© John Howe)

Il Signore degli Anelli è diventato un fenomeno pop globale, conosciuto in tutto il mondo, anche da chi mastica pochissimo il fantasy e ancor meno J.R.R. Tolkien.

Tutto ebbe origine dal grande successo del romanzo Il Signore degli Anelli, uscito tra 1954 e 1955. Ma in cosa consiste la storia di questo romanzo così noto? E quali sono i segreti del suo successo?

Copertina de "Il Signore degli Anelli" di J.R.R. Tolkien

“Il Signore degli Anelli” di J.R.R. Tolkien

L’incipit de “Il Signore degli Anelli”

La storia non può prescindere dal libro precedente, Lo Hobbit: il vecchio Bilbo Baggins dà una festa di compleanno per i suoi 111 anni -un vero record anagrafico- e veniamo a scoprire che ha ancora il suo Anello magico.

Solo che questo manufatto è ben più pericoloso e importante di quel che sembrava essere ne Lo Hobbit: è infatti l’Anello forgiato da Sauron, il tenebroso Nemico dei popoli liberi della Terra di Mezzo. Questo Anello, che rende invisibili e dona una lunghissima vita, ha effetti nocivi su chi lo possiede: rende collerici, possessivi e rischia di farti dominare da Sauron stesso, facendoti diventare lentamente uno spettro. Gandalf, il Mago, viene a scoprire la verità sull’Anello e riesce a convincere Bilbo a consegnare l’Anello al nipote, Frodo Baggins, su cui Gandalf veglierà. Frodo dovrà portare l’Anello lontano dalla Contea, perché Sauron lo cerca, e tentare di distruggerlo (anche se all’inizio questo compito non è detto spetti a lui).

Differenze tra “Il Signore degli Anelli” e “Lo Hobbit”

Così inizia la vicenda, e da subito vediamo quanto sia diversa dal libro precedente: non più la riconquista di un tesoro, ma un viaggio verso il pericolo e l’ignoto, senza alcuna speranza di ritorno; un mondo molto più cupo di quel che abbiamo visto ne Lo Hobbit, ma anche molto più dettagliato e complesso, in cui ogni popolo, ogni personaggio e ogni vicenda che necessita di essere raccontata viene esplorata in profondità.

Naturalmente, siamo di fronte a un viaggio dell’eroe e contemporaneamente a un romanzo di formazione, perché Frodo e i suoi tre giovani amici Hobbit -Sam, Merry e Pipino- si mettono in viaggio con scarsa consapevolezza e molta ingenuità. Ma i tanti incontri lungo la strada, la comparsa di amici e alleati inaspettati li aiuteranno a maturare e a diventare protagonisti decisivi e soprattutto persone consapevoli.

Disegno di Minas Tirith di Alan Lee, con Gandalf Ombromanto e Pipino diretti alla città

Gandalf e Pipino diretti a Minas Tirith (© Alan Lee)

Le più letture degli scritti di Tolkien

Ma il romanzo non è solo questo, perché Tolkien ha sempre un doppio strato di lettura: quello basilare della vicenda in sé, e ciò che sta sotto e innerva tutta la trama. Non chissà quali significati simbolici ed esoterici, che a volte gli vengono attribuiti con nessun fondamento, ma una riflessione continua sull’essere umano e il suo destino, sulla morte e sull’immortalità, sull’importanza della scelta individuale, sulle follie del potere per il potere, sull’equilibrio tra uomo e natura.

Il tutto raccontato in un universo Fantastico che ha però estreme caratteristiche di verosimiglianza, dato il profondo legame che Tolkien crea tra lingue inventate e società che va a ritrarre. Nel Signore degli Anelli tutto il suo lungo lavoro in questo senso giunge a maturazione.

Grafica del film de "Il Signore degli Anelli" di Peter Jackson

Grafica del film de “Il Signore degli Anelli” di Peter Jackson

A chi è consigliato “Il Signore degli Anelli”?

Quale lettore ideale per Il Signore degli Anelli? Chiunque voglia immergersi in una vicenda che necessiti di tempo e attenzione.

Ovviamente i temi trattati sono molto più cupi e profondi che ne Lo Hobbit, quindi è consigliata una lettura diciamo dai 13 anni in su; ma chi scrive l’ha letto a 8 anni, quindi non si può dare una regola generale. Ogni lettore ha il suo tempo giusto per il libro a cui è destinato.

Certo è che questo testo ormai notissimo necessita di più letture, ed ogni rilettura aggiunge consapevolezza, scoperta di particolari a cui non si aveva mai fatto caso prima, e ulteriori riflessioni, sempre più sentite e consapevoli.

Il Signore degli Anelli è ormai un Classico, e come tutti i Classici, è sempre pronto ad accogliere il lettore per un viaggio che dona emozioni nuove, ogni volta come se fosse la prima.

E tu cosa ne pensi?

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *