Il Signore degli Anelli è diventato un fenomeno pop globale, conosciuto in tutto il mondo, anche da chi mastica pochissimo il fantasy e ancor meno J.R.R. Tolkien.
Tutto ebbe origine dal grande successo del romanzo Il Signore degli Anelli, uscito tra 1954 e 1955. Ma in cosa consiste la storia di questo romanzo così noto? E quali sono i segreti del suo successo?
“Il Signore degli Anelli” di J.R.R. Tolkien
L’incipit de “Il Signore degli Anelli”
La storia non può prescindere dal libro precedente, Lo Hobbit: il vecchio Bilbo Baggins dà una festa di compleanno per i suoi 111 anni -un vero record anagrafico- e veniamo a scoprire che ha ancora il suo Anello magico.
Solo che questo manufatto è ben più pericoloso e importante di quel che sembrava essere ne Lo Hobbit: è infatti l’Anello forgiato da Sauron, il tenebroso Nemico dei popoli liberi della Terra di Mezzo. Questo Anello, che rende invisibili e dona una lunghissima vita, ha effetti nocivi su chi lo possiede: rende collerici, possessivi e rischia di farti dominare da Sauron stesso, facendoti diventare lentamente uno spettro. Gandalf, il Mago, viene a scoprire la verità sull’Anello e riesce a convincere Bilbo a consegnare l’Anello al nipote, Frodo Baggins, su cui Gandalf veglierà. Frodo dovrà portare l’Anello lontano dalla Contea, perché Sauron lo cerca, e tentare di distruggerlo (anche se all’inizio questo compito non è detto spetti a lui).
Differenze tra “Il Signore degli Anelli” e “Lo Hobbit”
Così inizia la vicenda, e da subito vediamo quanto sia diversa dal libro precedente: non più la riconquista di un tesoro, ma un viaggio verso il pericolo e l’ignoto, senza alcuna speranza di ritorno; un mondo molto più cupo di quel che abbiamo visto ne Lo Hobbit, ma anche molto più dettagliato e complesso, in cui ogni popolo, ogni personaggio e ogni vicenda che necessita di essere raccontata viene esplorata in profondità.
Naturalmente, siamo di fronte a un viaggio dell’eroe e contemporaneamente a un romanzo di formazione, perché Frodo e i suoi tre giovani amici Hobbit -Sam, Merry e Pipino- si mettono in viaggio con scarsa consapevolezza e molta ingenuità. Ma i tanti incontri lungo la strada, la comparsa di amici e alleati inaspettati li aiuteranno a maturare e a diventare protagonisti decisivi e soprattutto persone consapevoli.
Gandalf e Pipino diretti a Minas Tirith (© Alan Lee)
Le più letture degli scritti di Tolkien
Ma il romanzo non è solo questo, perché Tolkien ha sempre un doppio strato di lettura: quello basilare della vicenda in sé, e ciò che sta sotto e innerva tutta la trama. Non chissà quali significati simbolici ed esoterici, che a volte gli vengono attribuiti con nessun fondamento, ma una riflessione continua sull’essere umano e il suo destino, sulla morte e sull’immortalità, sull’importanza della scelta individuale, sulle follie del potere per il potere, sull’equilibrio tra uomo e natura.
Il tutto raccontato in un universo Fantastico che ha però estreme caratteristiche di verosimiglianza, dato il profondo legame che Tolkien crea tra lingue inventate e società che va a ritrarre. Nel Signore degli Anelli tutto il suo lungo lavoro in questo senso giunge a maturazione.
Grafica del film de “Il Signore degli Anelli” di Peter Jackson
A chi è consigliato “Il Signore degli Anelli”?
Quale lettore ideale per Il Signore degli Anelli? Chiunque voglia immergersi in una vicenda che necessiti di tempo e attenzione.
Ovviamente i temi trattati sono molto più cupi e profondi che ne Lo Hobbit, quindi è consigliata una lettura diciamo dai 13 anni in su; ma chi scrive l’ha letto a 8 anni, quindi non si può dare una regola generale. Ogni lettore ha il suo tempo giusto per il libro a cui è destinato.
Certo è che questo testo ormai notissimo necessita di più letture, ed ogni rilettura aggiunge consapevolezza, scoperta di particolari a cui non si aveva mai fatto caso prima, e ulteriori riflessioni, sempre più sentite e consapevoli.
Il Signore degli Anelli è ormai un Classico, e come tutti i Classici, è sempre pronto ad accogliere il lettore per un viaggio che dona emozioni nuove, ogni volta come se fosse la prima.