Un viaggio tra colonne sonore, ricordi e fragilità
Oggi, 29 settembre presso il Cinema Modernissimo, alle ore 18.15, verrà presentato il libro Ennio Morricone. Il genio, l’uomo, il padre, edito da Sperling & Kupfer e con prefazione di Aldo Cazzullo.
L’evento per omaggiare Morricone
All’evento presenzieranno i curatori del libro, il figlio del musicista e compositore Marco Morricone e Valerio Cappelli, giornalista del Corriere della Sera. Parteciperanno inoltre la moglie di Marco Maria Volpini Morricone e Gian Luca Farinelli.
Marco Morricone racconta il padre tra ricordi, fragilità e tenerezza
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Marco, nato nel 1957, è il primogenito dei 4 figli di Ennio. Ha voluto raccontare nelle pagine di questo memoir ricordi e aneddoti legati alla sua infanzia e al rapporto che egli aveva con il padre. Dalle oltre 250 pagine si delinea il ritratto di un Morricone inedito, di uomo con le sue fragilità e della sua tenerezza espressa in particolare nel rapporto empatico con la moglie Maria.
Dietro una porta socchiusa…
«Papà non era molto disponibile» racconta Marco. Da bambino lo osservava dallo spiraglio di una porta socchiusa mentre con i suoi grandi occhiali quadrati era intento a creare quelle melodie destinate a rimanere indelebili colonne sonore di celebri film.

C’era una volta il West (1968), Nuovo Cinema Paradiso (1988), La leggenda del pianista sull’oceano (1998), solo per citarne alcuni.
Tra 500 Colonne Sonore e Opere come Partenope
Morricone, come precisa il figlio, veniva da studi di musica classica. Ha scritto colonne sonore per più di 5oo film ma anche più di 120 opere tra cui Partenope che a metà dicembre sarà al Teatro San Carlo di Napoli.
I riconoscimenti
Nel corso della sua carriera ottenne vari riconoscimenti tra cui l’Oscar per la miglior colonna sonora originale con il film The Hateful Eight diretto da Quentin Tarantino, oltre a 7 nomination e il premio alla Carriera assegnatogli dall’Academy Honorary Award nel 2007.
Il successo ottenuto dalle musiche originali scritte per il cinema è arrivato in modo graduale ma non è riuscito a soddisfare pienamente il compositore legato da sempre alla musica colta.
Una porta d’accesso per la sua anima
Il suo studio era una sorta di tempio che nessuno poteva dissacrare e quella soglia che lo divideva dal mondo esterno rappresentava, come ricorda Marco, «la porta d’accesso alla sua anima».
Dietro la durezza, la sensibilità di un bambino
Solo da adulto il figlio rivela di aver compreso che quella durezza era una forma di difesa che il padre aveva adottato per non soffrire. «Come una tartaruga metteva una corazza che gli serviva per non far conoscere la sua ipersensibilità». Morricone, infatti, era un uomo che in gioventù aveva vissuto gli anni difficili della guerra.
La sua sensibilità si percepiva anche attraverso i piccoli gesti come quello rievocato da Marco che lo accompagnava spesso nei suoi tour. Durante un viaggio a Mosca Ennio mise nelle mani del figlio le partiture del concerto. Un gesto simbolico come se gli avesse affidato la propria vita e gli avesse donato una parte intima di se stesso.
Niente Pink Floyd in Casa, ma il moog arrivò per primo
Nel ripercorrere gli anni della sua giovinezza, Marco si sofferma a narrare un aneddoto. Il padre vietava ai figli di ascoltare la musica delle band più famose degli anni ’70 come i Pink Floyd e i Led Zeppelin per paura di rimanerne condizionato. Tuttavia ciò non gli impediva di nutrire curiosità verso le novità. «Fu uno dei primi ad acquistare un moog per capire come funzionasse, che suoni potesse produrre».
«Si può fare sempre meglio»
Il compositore, secondo quanto scritto da Marco, era un appassionato studioso, era uno dei più preparati al mondo sul contrappunto. Fino agli ultimi momenti della sua vita ha sempre cercato di migliorarsi: il suo motto era «si può fare sempre meglio». Anche grazie a questo spirito e attitudine, Ennio Morricone è diventato uno dei compositori, arrangiatori e direttori d’orchestra più importante dei nostri tempi.
Marco Morricone davanti al murale in ricordo del padre
Il cuore nella musica di Ennio Morricone
Era meticoloso e metodico ma nonostante questo suo modo di lavorare riusciva a generare melodie e dare vita ad una musica che «ti afferra, ti inghiotte». Le sue opere hanno una potenza che travolge, coinvolge e sono riconoscibili già dalla prima nota.
Grazie alla capacità evocativa della sua musica «in definitiva, mio padre è come se fosse parente di tutti -confessa Marco- perché al centro ha sempre messo il cuore, l’ultimo organo che ci lascia, e la sua una musica che arriva al cuore, prima che all’orecchio».
La proiezione di Per un pugno di dollari

Alla fine della presentazione del libro verrà proiettato il film Per un pugno di dollari di Sergio Leone con una delle colonne sonore più famose di Ennio Morricone.
