Conoscete il Conte Cesare Mattei, i suoi studi, la sua famosa Rocchetta Mattei e le peculiarità della sua vita? No? Beh, come prima cosa dovreste sapere che nella seconda metà dell’800 il bolognese più famoso al mondo era certamente proprio Cesare Mattei (1809-1895).
Di ricca famiglia, fatto Conte da Pio IX, attorno al 1850, colpito dalla morte della madre e dalla inefficacia delle terapie, si dedicò da autodidatta allo studio della medicina ed elaborò una sua teoria medico-filosofica che chiamò elettromeopatia, nella quale confluirono principi teorici dell’omeopatia, principi filosofici orientali su fluidi elettrici e il bilanciamento elettrico dei corpi, teorie sulla elettricità vegetale e nozioni di erboristeria.
Il Conte Cesare Mattei a circa 20 anni (© Archivio Museo Cesare Mattei)
Cesare Mattei e l’elettromeopatia
In un’epoca nella quale non esisteva ancora una medicina veramente del tutto scientifica le sue teorie ebbero grande successo soprattutto da quando iniziò a vendere “farmaci” elaborati secondo le proprie elettromeopatia.
La diffusione delle sue preparazioni fu vastissima con diecine e diecine di filiali in tutto il mondo. Contribuiva al successo di Mattei e delle sue preparazioni l’alone di mistero che le circondava. La suggestione, la magia e l’esoterismo si mescolavano a studi probabilmente anche di un qualche valore scientifico.
Nel quadro dei pochi successi che avevano in quegli anni i farmaci “ufficiali” (spesso anche loro di derivazione dubbia) i prodotti di Mattei ebbero vasta risonanza e successo soprattutto fra le classi altissime della società: lo Zar Nicola e Ludovico di Baviera furono pazienti di Mattei ospitati nella sua residenza-clinica: la Rocchetta Mattei. Questa perla architettonica si trova a Savignano, nei pressi di Riola di Vergato, dove Mattei conduceva una vita da castellano medievale con addirittura una corte con tanto di buffone.
Il Conte Cesare Mattei a circa 80 anni (© Archivio Museo Cesare Mattei)
La Rocchetta Mattei, eclettismo non solo
E qui compare l’altra protagonista della vicenda e della notorietà di Cesare Mattei: la “Rocchetta”. Mattei fece costruire nel luogo e sulle rovine del medievale castello matildico di Savignano una incredibile costruzione nella quale si mescolano tutti gli stili possibili e immaginabili in un pasticcio architettonico che va ben oltre l’eclettismo allora in auge.
In più nel tempo aggiungeva nuove parti. Si smise di costruire (non posso usare la frase “si terminò di costruire” perché non c’era un progetto complessivo) solo vari anni dopo la sua morte.
L’incredibile costruzione passò di proprietà e oggi è della Fondazione Carisbo. Restaurata, è oggi meta di folle di visitatori. È come andare a un Luna Park. Ma l’eccentrico, l’horror sono stati sempre di moda. Al confronto con la Rocchetta Mattei anche il Vittoriale di D’Annunzio a Gardone è un esempio di rigore stilistico (compresa la nave in giardino!).
Personalmente trovo un solo aspetto positivo nell’accorrere alla Rocchetta Mattei: persone che non lo hanno mai fatto o che non l’avrebbero fatto altrimenti vedono la bellezza del nostro Appennino della valle del Reno e alimentano un turismo non invasivo che tanto bene fa a quelle zone.
Veduta della Rocchetta Mattei (© Canali social della Rocchetta Mattei)
Un testimonial d’eccezione, o forse due
Ma torniamo all’attività del Conte. La fortuna dei prodotti Mattei durò fino al periodo fra le due guerre. La produzione cessò addirittura nel 1959. Il “segreto” dei prodotti Mattei, tutti di derivazione vegetale, non fu mai rivelato ad alcuno. Passò ai suoi discendenti e tuttora è conservato da una lontana bisnipote.
Alla fama nel tempo di Cesare Mattei contribuì anche Dostoievskji che cita il Conte ne “I fratelli Karamàzov”, quando fa raccontare al diavolo “di essere riuscito a guarire da terribili reumatismi grazie a un libro e a delle gocce del Conte Mattei”. Non è da tutti avere un testimonial così!
Anche a Bologna città vi sono testimonianze di Cesare Mattei, personalmente ne conosco due: la Villa già Lambertini in via Bertocchi (oggi circondata da costruzioni moderne) fu di proprietà del conte Mattei e di cui è visitabile la ghiacciaia, così come il Palazzo Mattei-Venturoli in Strada Maggiore 46.
Palazzo Venturoli-Mattei – Strada Maggiore 46 a Bologna
Cesare Mattei: un bolognese da conoscere
Concludendo: chi è stato Cesare Mattei? Uno scienziato? Un ciarlatano? Un imbonitore? Un artista? Un precursore del moderno marketing farmaceutico? Forse un poco di tutto questo e anche di altro.
È indubbio che gli piacesse mescolare, contaminare, stupire sia nella scienza che nell’architettura e aumentare il valore dei suoi successi ammantandoli di mistero. Ma c’era qualcosa di valido e realmente utile nelle sue misteriose preparazioni al di fuori della suggestione? Non sta a noi dirlo. Sicuramente è però un personaggio della nostra città da conoscere.