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Dracula al Modernissimo: Luc Besson e Matilda De Angelis tra gotico, cinema e emozioni

Il regista francese Luc Besson è arrivato oggi a Bologna, direttamente dalla Festa del Cinema di Roma con l’attrice bolognese Matilda De Angelis, per presentare al cinema Modernissimo il suo ultimo film, Dracula – L’amore perduto, e incontrare il pubblico bolognese.

Non è il solito Dracula, qui è un principe più assetato d’amore che di sangue, che attende quattro secoli per riabbracciare la sua sposa Elisabeta. Nel frattempo, di secolo in secolo, vampirizza numerose donne, sperando di riconoscere finalmente la reincarnazione della sua amata. Tra queste c’è Maria de Montebello, la prima vampira bolognese dell’universo cinematografico di Besson.

Luc Besson e Matilda De Angelis

Maria, la prima vampira bolognese

La scelta di rendere il personaggio bolognese, come sottolinea il regista durante l’incontro di oggi, non deriva solo dal fatto che a interpretarla sia Matilda De Angelis, nata proprio nella città delle Due Torri, ma da una precisa decisione del regista: quando Matilda gli ha detto di essere di Bologna, Besson ha deciso che anche Maria avrebbe dovuto avere le sue stesse radici. Per Besson si è trattato di un modo per aiutarla e darle spunti, così che potesse attingere e ispirarsi a qualcosa di intimo e personale nella caratterizzazione del personaggio.

Caleb Landry Jones nei panni di Dracula

Ha aggiunto, inoltre, che la scelta di Matilda come attrice è avvenuta dopo aver parlato con lei e aver capito che sarebbe stata un’ottima aggiunta al cast, un gruppo affiatato che comprende Caleb Landry Jones nel ruolo di Dracula, Christoph Waltz in quello del prete antagonista, Zoë Bleu nei panni di Elisabeta.

Zoë Bleu nei panni di Elisabeta

Zoë Bleu nei panni di Elisabeta

L’arte e il gotico secondo Luc Besson

Besson ha rivelato che l’elemento gotico del film non è stato imposto, ma, aggiunge: «nasce direttamente dalla scrittura». Secondo il regista, Vlad, essendo immortale e costretto ad attraversare cinque secoli, non può legarsi agli esseri umani, che muoiono, e si aggrappa così all’arte, alla musica, ai tessuti preziosi e agli oggetti che sopravvivono al tempo. In questa atmosfera che fa da sfondo ad un amore incondizionato per l’arte, prende forma il suo stile da dandy, elegante e misurato nei gesti.

I colori della pellicola

Per tradurre questa personalità sullo schermo, Besson ha lavorato a stretto contatto con i disegnatori per trovare i colori giusti del suo mondo. La scelta è caduta sul viola: il rosso ricordava troppo il sangue, mentre il nero risultava sovrastante. Sperimentando con il viola, il regista ha scoperto che si sposava perfettamente con il rame, creando in questo modo un contrasto luminoso e intensamente ipnotico, proprio come il protagonista stesso. Viola, rame e la grande libertà architettonica del personaggio si fondono così in un’estetica che sfocia naturalmente nel gotico, dando vita ad un universo visivo elegante, decadente, misterioso e affascinante.

Matilda De Angelis racconta l’incontro emozionante tra sua madre e Luc Besson

Luc Besson e Matilda De Angelis sono stati inoltre ospiti a Che tempo che fa, programma diretto da Fabio Fazio, animando l’incontro con racconti e confessioni ricche di emozioni. In questa occasione l’attrice bolognese ha condiviso un episodio toccante che lega la sua famiglia al celebre regista francese. Durante l’intervista, Matilda ha confessato che sua madre aveva scelto il suo nome proprio in onore della protagonista del film Léon di Luc Besson. Raccontando un momento recente, ha spiegato che alla Festa del Cinema di Roma sua madre ha finalmente incontrato il regista. «Si sono abbracciati e lei ha pianto. Adesso la mia vita è perfetta»

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