Quando da ragazzi (anni lontani per me che ne ho più di 80) volevamo intervenire nei discorsi degli adulti, spesso venivamo rimbeccati da un: “Parla quando ti toccano gli Addobbi”, cioè “ne hai ancora da imparare prima di parlare!”, perchè tutti sapevamo che gli Addobbi a Bologna vengono ogni dieci anni.
Già, gli Addobbi, questa festa peculiare di Bologna, anzi, della Diocesi di Bologna. Festa che non ha riscontri da altre parti e spesso la dobbiamo spiegare a chi viene da fuori. Ma anche i bolognesi sanno cosa sono e da dove vengono e quale connotazione anche civile hanno assunto nei tempi questi “Addobbi”? Purtroppo molti giovani no, ed è anche per questo che nasce questa nostra rubrica sulla storia di Bologna.

Addobbo sotto le due torri (© Pietro Pietra – Fondazione Cassa Risparmio Bologna)
Gli Addobbi, la festa parrocchiale di Bologna
Riccardo Bacchelli ne “Il diavolo a Pontelungo”, ambientato nel 1874, ne parla così: «in una parrocchia vicina, dove c’erano gli addobbi, già si adunava la gente e si illuminavano le tavole lunghe sotto i portici, imbandite a banchetto notturno all’aperto […] uso cittadino per il quale ogni parrocchia di dieci anni in dieci anni addobba di variati drappi le strade e i padroni di casa in onor della parrocchia rimettono a nuova le case, e le famiglie, nel giorno della festa, tengono tavola e rinfresco a disposizione dei visitatori e ognuno si industria per fare e per ricevere buona ciera e allegria. Usanza utile e decente non meno che dilettevole e cordiale per il pubblico e per i particolari».
Come curiosità si può aggiungere che quando Napoleone nel 1796 arrivò a Bologna e trovò la zona centrale della città tutta addobbata e illuminata pensò che fosse in suo onore. Invece, era la Parrocchia di San Matteo degli Accarisi di via Drapperie che festeggiava gli “Addobbi”…
Come spesso accade la cosa parte da lontano. Dopo il Miracolo di Bolsena, nel 1262, venne istituita la festa del Corpus Domini e fin dall’inizio fu celebrata nelle cattedrali di ogni diocesi. Era, ed è, la festa Eucaristica per eccellenza. A Bologna c’è notizia della sua celebrazione in Cattedrale fin dal tempo del Vescovo Degli Ubaldini (1316).
Verso il 1500 si cominciò a celebrarla anche nelle parrocchie, otto giorni dopo la celebrazione in Cattedrale. La diocesi di Bologna stabilì con il Cardinale Paleotti, attorno al 1567, che in occasione di questa festa vi fosse grande pulizia nelle strade dove passavano le processioni, esposizione di oggetti artistici, decorazioni floreali, archi trionfali, drappi alle finestre.
Le Decennali Eucaristiche in Bologna
Nasce la Decennale Eucaristica di Bologna
Nel 1670 il Cardinale Girolamo Buoncompagni stabilì che la festa venisse celebrata da tutte le parrocchie ogni dieci anni, e ne fissò i turni: nascevano ed erano codificate le “Decennali Eucaristiche”, diventate popolarmente gli “Addobbi”.
La ventata Napoleonica sospese queste abitudini, ma già nel 1817 il Cardinale Opizzoni fece rinascere le Decennali, istituendo una nuova turnazione decennale che teneva conto, pur con gli stessi criteri di fondo, del mutato numero delle parrocchie (calate significativamente durante il periodo napoleonico).
Il cuore della festa religiosa era ed è la processione che sfila per tutte le strade della parrocchia (questo almeno in città), con tutte le finestre adorne di drappi, gli Addobbi appunto: la parte diventa il tutto.
Le famiglie più importanti avevano zendadi di grande pregio in proprietà, ma tutti cercavano di abbellire i propri davanzali, ricorrendo a prestiti o noleggi. Un tempo, quando le strade erano accidentate e con buche, si spandeva su di esse la sabbia, per rendere la processione più agevole.
Durante le liturgie venivano indossati i paramenti più lussuosi ed esposti gli arredi più preziosi, anche quelli di solito tenuti riposti per timore di rovinarli. Il significato religioso era chiaro a tutti, ma ad esso si affiancò subito una valenza civile ed anche economica.
Processione della Decennale Eucaristica di Santa Trinità (2011)
La valenza socio-economica della festa degli Addobbi
Con la turnazione accadeva che tutti gli anni, in ogni quartiere cittadino, vi fosse qualche parrocchia “sotto Addobbi”. Prese piede l’abitudine di far coincidere gli Addobbi con le opere di manutenzione degli edifici, di rinfresco alle pareti delle abitazioni, di rifacimenti di infissi e davanzali, di riparazioni stradali, di rinnovo di mobilia e anche di abiti.
Vi era lavoro così per gli artigiani della parrocchia e ogni quartiere ne godeva. Il lavoro derivante dagli Addobbi era spalmato nel tempo e nei luoghi. E ogni parte della città ogni dieci anni aveva lavori di restauro e manutenzione. Ovviamente anche le chiese parrocchiali si rinnovavano e in occasione della Decennale godevano e godono di donazioni cospicue.