Popolarmente la seconda cerchia delle mura di Bologna, quella dei Torresotti, è detta Cerchia del Mille. La ricerca storica si è impegnata a dimostrare che non era vero: la cerchia in oggetto sarebbe stata costruita alla fine del XII° secolo. Federico Barbarossa fece abbattere le mura preesistenti nel 1162, e la ricostruzione sarebbe stata terminata attorno al 1190-1192. La data di “fine lavori” è accertata. La dizione “Mura del Mille” è stata giudicata errata.
Le mura del Mille non sono del Mille?
Ma… ci sono vari ma. Tutti sono concordi nell’affermare che al suo completamento la seconda cerchia era già insufficiente: vari agglomerati di case erano già sorti al di fuori di essa.
Già ai primi del Duecento viene posto mano al progetto della terza cerchia, “la Circla”, che conterrà una città più che quadrupla, che verrà completata solo alla fine del XIV° secolo e che basterà a contenere tutta la popolazione fino alla fine del secolo XIX°.
Allora è avvenuto che, a distanza di pochi anni, Bologna, una delle città più evolute del tempo, ha preso due decisioni in netta antitesi fra loro? Costruire un a cinta muraria già insufficiente al momento della progettazione e a distanza di pochi anni progettarne un’altra con visione prospettica di secoli? Non è una contraddizione da poco. Ma forse non è così.

Una parte delle mura del Milla in Piazza Verdi (Wikipedia)
Una città in espansione
L’espansione della città a partire dal secolo XI° era stata notevole. Le mutate e migliorate condizioni economiche, anche per un periodo climaticamente favorevole, l’inurbamento delle famiglie importanti dalla campagna, lo sviluppo dello Studium e afflusso di studenti, avevano contribuito non poco.
Nuovi agglomerati, nuovi borghi erano sorti oltre la cerchia di selenite dell’alto Medio Evo che racchiudeva una città piccolissima, una città quadrata di soli 450 metri di lato.
È logico che si pensasse ad un sistema di difesa che circondasse i nuovi insediamenti, che, da iniziali forme grezze (terrapieno, fossa difese in legno), si è poi evoluto in un sistema di mura, con torri e porte. Per cui il progetto della seconda cerchia la si può anticipare agli anni attorno al Mille, anche se non ancora nelle forme della versione finale.
E se la si pensa concepita in questi anni non è il disegno miope di una cintura già satura, ma il progetto di una città che, ampliandosi di cinque volte, ha ambizioni e visione di ampio respiro.

Mappa delle mura e dei canali di Bologna (Wikipedia)
La seconda cerchia e i portici, simbolo della città di Bologna
Solo con la presenza della seconda cerchia, ancorché in costruzione, si può spiegare quel fenomeno peculiarissimo di Bologna che è la generalizzazione delle case con portici fra la prima e la seconda cerchia.
Le mura che Federico Barbarossa fece abbattere erano tratti di questa seconda cerchia. E ciò che avvenne dopo fu la ricostruzione di quanto abbattuto e il completamento di quanto da tempo in costruzione. Sulla data del completamento della seconda cerchia tutti concordano: 1190-1195.
Seconda cerchia che, anche se non ha la capacità di contenere tutta la città, assicura protezione sufficiente alla maggioranza della popolazione fino al completamento della terza.
Con questa interpretazione (non solo mia ovviamente, ma di molti storici) la dizione “Mura del Mille” riprende una sua dignità, inviando fra le “leggende metropolitane” la datazione della intera opera alla fine del XII° secolo.
