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Piazza Aldrovandi, una piazza di Bologna molto popolare

Alcune curiosità e breve storia di Piazza Aldrovandi, una piazza di Bologna molto popolare e sempre molto vissuta dalla sua creazione ad oggi

Piazza Aldrovandi Bologna (© Nuzzi-Benvenuti - Corriere di Bologna)
Piazza Aldrovandi Bologna (© Nuzzi-Benvenuti - Corriere di Bologna)

Sono nato ed ho abitato per i miei primi 26 anni in Via Castagnoli, strada che è sorta come circonvallazione della seconda cerchia delle mura, così come lo sono Largo Respighi(che dà il nome ad una delle nostre trasmissione radiofoniche), Via Giuseppe Petroni e piazza Aldrovandi.

Quella che noi oggi chiamiamo Piazza Aldrovandi, in onore del grande naturalista Ulisse, era detta un tempo Seliciata di Strada Maggiore o Seliciata dei Servi. Simmetricamente dall’altro lato della città vi era la Seliciata di San Francesco, oggi piazza Malpighi.

Ambedue i luoghi erano larghi spazi a ridosso della Cerchia dei Torresotti che, per la presenza delle acque del Rio Vallescura a San Francesco e del canale di Savena ai Servi (ambedue incanalate nella fossa a difesa delle mura), servivano da luogo di sosta per abbeverare e lavare animali (guazzatoi). Quando la città si allargò, i fossati della cinta dei Torresotti furono coperti e i due larghi spazi furono pavimentati, nel ‘400, con ciottoli di fiume; da qui il nome Seliciata (in dialetto salghè).

Nel tempo l’andamento degli edifici sorti ai lati della ex Seliciata dei Servi è divenuto sinuoso. Il lato est è anche stato porticato mentre nel lato ovest una fila di ippocastani nasconde in parte gli edifici, tutti senza portico.

Dalla parte di Strada Maggiore da un lato c’è il fianco di palazzo Bianchetti (o Tartagni), dall’altro il fianco di Palazzo Davia-Bargellini; sulla via San Vitale la quinta è data dal Palazzo Martinetti.

Cartolina di Piazza Aldrovandi negli anni 20

Cartolina di Piazza Aldrovandi negli anni 20

Una piazza vissuta, popolare

Anche il mercatino rionale, “provvisorio” da decenni, contribuisce a farne una piazza vissuta, popolare, dal sapore, secondo alcuni, un poco parigino.

Questa piazza, anche se non fu mai coinvolta in avvenimenti di tipo religioso, su di essa non sorsero mai chiese, è sempre stata uno dei principali luoghi di aggregazione della città. Anche oggi lo è, sia di giorno per il mercato, sia di sera per i luoghi di ritrovo degli studenti. Tanto viva che spesso i residenti lamentano la troppa “movida.

Quando ero bambino i vecchi ricordavano ancora, o ripetevano i ricordi ascoltati, le esibizioni della famiglia Strohschneider a inizio Novecento, funamboli ed acrobati su una corda che attraversava la piazza a venti metri di altezza. Soprassediamo sul nomignolo dato loro dai bolognesi più malandrini e sboccati, storpiando il loro nome.

Arturo Strohschneider in Piazza Aldrovandi nel 1910 (Cineteca di Bologna)

Arturo Strohschneider in Piazza Aldrovandi nel 1910 (© Cineteca di Bologna)

Umberto Saba e i Bersaglieri in Piazza Aldrovandi

Per me, bambino, negli anni ’50, era la piazza dove aveva negozio Lambertini, forno e focacce fragranti all’angolo con San Vitale. Per me, adulto, dove aveva negozio Matteuzzi, libraio antiquario con tante pubblicazioni su Bologna.

Ma un ricordo che hanno ancora molti tra quelli che furono bambini negli anni ‘50 sono i Bersaglieri che, avendo la caserma dietro ai Servi, appunto in via Dei Bersaglieri negli edifici dell’ex-Convento, rientravano spesso a passo di carica e con fanfara.

Dei Bersaglieri in Piazza Aldrovandi parla anche un poeta “forestiero”, il triestino Umberto Saba, con questi versi semplici e struggenti.

Piazza Aldrovandi e la sera d’ottobre
hanno sposate le bellezze loro;
ed è felice l’occhio che le scopre.
L’allegra ragazzaglia urge e schiamazza
che i bersaglieri colle trombe d’oro
formano il cerchio in mezzo della piazza.
Io li guardo: dai monti alla pianura
pingue, ed a quella ove nell’aria è il male,
convengono a una sola vita dura,
a un solo malcontento, a un solo tu;
or quivi a un cenno del lor caporale
gonfian le gote in fior di gioventù.
La canzonetta per l’innamorata,
un’altra che le coppie in danza scaglia,
e poi, correndo giù, la ritirata.
E tu sei tutta in questa piazza, o Italia.

E tu cosa ne pensi?

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