Seguici su

Ciao, cosa stai cercando?

Bologna e dintorni

Due tesori artistici in due chiese poco visitate di Bologna

Nella vastità dei tesori artistici che sono presenti in Italia, e a Bologna, ve ne sono due che sono veri e propri tesori nascosti, per via della loro ubicazione in chiese meno frequentate sia a livello turistico che dagli stessi bolognesi

Due tesori artistici nascosti a Bologna
Due tesori artistici nascosti a Bologna

Ci sono due tesori artistici che pochi bolognesi conoscono per via della loro collocazione. D’altronde l’enorme quantità di tesori artistici che abbiamo la fortuna di possedere noi italiani, spesso fa sì che testimonianze anche importanti dei tempi passati siano non conosciute o, peggio, lasciate in stato di abbandono. Questo capita anche a Bologna.

Desidero quindi segnalarvi, in questo episodio che parla di storia e arte bolognese, due opere antiche di secoli che fortunatamente sono ancora in buona condizione, ma che ben pochi sanno che esistono e dove si possono ammirare. Onestamente, anche perché si trovano in due chiese che non diresti possano contenere qualcosa di così particolare.

Il primo tesoro nascosto di Bologna: la tavola con Domenico che mangia con i frati

Iniziamo dalla Chiesa parrocchiale della Mascarella, angolo con via Irnerio, di forma moderna in quanto rifatta con architettura spartana nel dopoguerra.

Rifatta perché bombardata, è una chiesa antica ed è stata, subito dopo la fondazione dell’Ordine, (1216) la prima sede dei primi domenicani (nel 1218). Nel 1219 poi l’ordine di trasferì nei luoghi che ancora li accolgono e dove costruirono la chiesa e convento che attraverso molte modifiche son arrivati fino a noi.

Domenico mangia coi frati

Tavola lignea che mostra Domenico che mangia coi frati

Domenico fu canonizzato nel 1234 e subito un ignoto artista dipinse sulla tavola del refettorio della Mascarella Domenico che mangia con i suoi frati. Forse a ricordo di una tradizione che diceva che il Santo sfamasse più volte i suoi frati, quando la questua era scarsa, moltiplicando i pani (come Cristo).

La tavola dipinta è certamente la più antica testimonianza pittorica domenicana e la prima che raffigura Domenico. E l’unica testimonianza domenicana in città che non sia nella basilica dell’ordine. Un secolo dopo venne dipinta sul retro la stessa scena, nei modi pittorici di quel secolo e nessuno vide più la scena più antica. Nel 1923 si trasportò su tela la pittura più recente e la tavola originaria riportata alla ammirazione della gente.

Nel lungo periodo della sua esistenza la tavola ha avuto molte traversie. Oggi è tagliata in tre parti di circa due metri l’una e la si può ammirare in un nuovo allestimento, chiusa in teche di cristallo, nella chiesa della Mascarella (terza cappella a sinistra). È sempre rimasta nella chiesa prima sede, che ora giustamente si chiama Santa Maria e San Domenico della Mascarella, nonostante le pressioni del potentissimo ordine che la voleva per la chiesa di San Domenico e che una volta cercò addirittura di impossessarsene rubandola!

Compianto ligneo del '300

Compianto ligneo del ‘300

Il secondo tesoro nascosto di Bologna: compianto ligneo del ‘300

L’altro bene culturale che segnalo è custodito nella chiesa, in via Saffi 19, angolo via Ambrosini, di Santa Maria delle Grazie e San Pio V.

Qui è stato ricoverato un Compianto ligneo del ‘300: «il gruppo scultoreo anticamente custodito sul portone d’ingresso del Pontelungo, è trasferito dall’Oratorio di Santa Barbara, dove era collocato dal 1877, alla chiesa di Santa Maria delle Grazie alla Cavalleria, fuori porta San Felice. Risalente probabilmente alla seconda metà del XIV secolo e inizialmente policromo, è considerato il più antico compianto eseguito in area padana. Nel 1940 le sei sculture, curiosamente tagliate all’altezza dei fianchi, passeranno nella chiesa nuova di Santa Maria delle Grazie e San Pio V, costruita accanto alla precedente». Questo si legge in Cronologia di Bologna su Bologna Online.

Consta di sette figure in legno: il Cristo, la Madonna, Maria di Magdala, Maria di Cleofe, Maria di Salome, San Giovanni e Giuseppe d’Arimatea delle quali solo il Cristo è a figura intera e ben definita, mentre le altre sono di fattura più grossolana e del tutto incomplete nella parte posteriore (questo fa pensare che fossero in una nicchia esterna).

Questo antico Compianto precede di un buon secolo i ben più famosi Compianti di Santa Maria della Vita, di San Petronio e di San Pietro.

Oggi nella casa che costeggia l’inizio del Pontelungo (a sinistra uscendo dalla città) una edicola ricorda il trasferimento dell’opera alla chiesa di Borgo Panigale. Via Emilia Ponente 232d

Edicola Spostamento compendio ligneo

Edicola Spostamento compendio ligneo

E tu cosa ne pensi?

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *