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A Lucca Comics & Games 2025, Tetsuo Hara racconta la nascita di Ken il Guerriero

Tetsuo Hara al Lucca Comics & Games 2025

L’autore Tetsuo Hara, creatore grafico di Ken il Guerriero (la sceneggiatura è firmata da Buronson) è uno degli ospiti d’onore dell’edizione 2025 di Lucca Comics & Games, l’evento iniziato il 29 ottobre e che si protrarrà fino a domenica 2 novembre. L’universo duro e insieme poetico di Hara, dove la violenza diventa strumento di giustizia e redenzione, risuona ancora oggi con le nuove generazioni di lettori.

Tetsuo Hara e la rivincita degli oppressi: così è nato Ken il Guerriero

Bullismo e desiderio di riscatto degli oppressi. È da queste esperienze, vissute tra i banchi di scuola, che Tetsuo Hara ha tratto l’ispirazione per dare vita all’universo di Ken il Guerriero. «A scuola ho assistito a episodi di bullismo, scene spiacevoli anche se non mi riguardavano direttamente», racconta il maestro giapponese, oggi 64enne. «Da lì è nata l’idea di personaggi come Zeed: volevo che nel manga fossero loro, i prepotenti, a soffrire. È una sorta di rivincita per chi nella realtà non può essere Kenshiro. Nella vita vera nessuno può esserlo, ma nei manga sì».

Premio alla carriera Maestro del Fumetto 

A Lucca, Tetsuo Hara è stato celebrato come una leggenda vivente del fumetto. L’autore di Ken il Guerriero ha ricevuto il prestigioso premio alla carriera Maestro del Fumetto, riconoscimento che suggella la sua influenza sulla cultura pop mondiale e che prevede l’esposizione di un suo autoritratto nella Galleria degli Uffizi.

Ken il Guerriero, fumetto di Tetsuo Hara

Le avventure di Kenshiro

Disegnatore di straordinaria potenza narrativa, Hara ha saputo trasformare l’arte del manga in epica contemporanea. Il suo eroe più celebre, Kenshiro, è un maestro di arti marziali, ultimo erede della Sacra Scuola di Hokuto, capace di sconfiggere i nemici con la pressione di punti segreti del corpo. Le sue avventure, ambientate in un mondo devastato dalle guerre nucleari, hanno appassionato generazioni di lettori attraverso i 245 capitoli pubblicati tra il 1983 e il 1988 sulle pagine di Weekly Shōnen Jump.

Dove nasce Ken il Guerriero, le ispirazioni dell’autore

Durante un’affollatissima conferenza stampa, il mangaka si è raccontato con la stessa intensità che anima i suoi disegni, ripercorrendo una carriera che ha trasformato l’arte del disegno in forza narrativa e mito.

Per la realizzazione degli abiti della serie, Tetsuo Hara ha raccontato di essersi ispirato all’immaginario cinematografico di Mad Max. Tuttavia ha attinto anche ad altri universi visivi. Ha spiegato infatti di aver visto Mad Max 2 poco prima di iniziare la serializzazione di Ken il Guerriero e di aver trovato fonti di ispirazione anche in Star Wars e Blade Runner, adattando tutti questi riferimenti all’universo narrativo del suo celebre manga.

Riguardo alle fattezze del protagonista, Hara ha confermato che Kenshiro è ispirato a Sylvester Stallone, ma ha aggiunto: «non dimentichiamo Bruce Lee e Yūsaku Matsuda che sono ottimi attori. Non ho una risposta alla domanda, ma osservando attori di origine italiana, come Robert De Niro, la faccia degli italiani è sempre di ispirazione, la loro fisionomia andrebbe bene per Ken».

Dalla piccola scrivania al successo mondiale di Ken il Guerriero

Tetsuo Hara ha rivelato che lo straordinario successo mondiale delle sue opere è stato per lui del tutto inaspettato. «Non l’avrei mai immaginato quando disegnavo nella mia stanza su una piccola scrivania» ha confessato. La consapevolezza di quanto Ken il Guerriero fosse amato nel mondo è arrivata nel 2013, durante un viaggio in Francia, quando ha scoperto la popolarità della serie.

Parlando invece della rappresentazione del combattimento perfetto, Hara ha detto: «Il segreto non c’è. Mi sono ispirato ai film, per fare in modo che le scene cinematografiche venissero trasposte nelle pagine. Volevo che il pubblico, aprendo il manga, fosse colpito dai disegni».

Il Salvatore nell’Arena

Il Salvatore nell’Arena, una grande tela che l’artista ha voluto dedicare all’Italia, è il punto focale della manifestazione lucchese. L’opera è capace di fondere la forza di Kenshiro con elementi della tradizione artistica rinascimentale del nostro Paese, in un dialogo concettuale con i capolavori esposti agli Uffizi. Accanto alla tela, infatti, sono presentate opere della collezione fiorentina, considerate gli «antenati cinquecenteschi dei lottatori apocalittici» di Ken il Guerriero, in un suggestivo incontro tra arte classica e cultura pop.

(Fonte: La Nazione)
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