Cinquantamila metri quadri. Quattro padiglioni. Un centrale da 10.000 posti. L’ITF ha voluto fare le cose in grande, scegliendo Bologna e la sua fiera come sede per la corrente edizione delle Davis Cup Finals. Al momento, sembra che i lavori possano finire con congruo anticipo. Sì, perché il desiderio era quello di offrire alle nazionali la struttura già a partire da domenica. E oggi, a due giorni dal suono della campana, la maggior parte del lavoro è fatta. Missione compiuta? Non ancora: Bologna deve ancora dare vita al proprio spettacolo. Uno show che unirà turismo, tradizione, amore per lo sport e tante culture differenti.
Una nuova sede
Scartata la sede dell’Unipol Arena (troppo piccola per l’ingrandimento dell’evento), il Comune si è subito messo all’opera per offrire a tutti i visitatori una permanenza speciale. D’altronde la Dotta è un gioiellino a misura d’uomo, ricca di luoghi da visitare ed esperienze che, per chi viene da fuori, valgono la pena di essere vissute. Ma torniamo a noi, con uno zoom sull’edificio che vedrà sorgere i nuovi campioni dell’Insalatiera. L’unico ingresso sarà quello di Piazza della Costituzione, staff e giocatori esclusi, e sarà seguito da un Centro Servizi. Da lì, gli invitati potranno raggiungere le aree volte all’ospitalità, mentre il pubblico pagante dovrà seguire il percorso fino al Padiglione 37.
Giunti là dove la Virtus gioca le proprie gare casalinghe, con i dovuti accorgimenti e l’aggiunta di quattro curve, i tifosi potranno finalmente accomodarsi e godersi lo spettacolo. Ad aspettarli troveranno stelle del calibro di Alcaraz e Zverev (anche dopo il forfait di Musettianche dopo il forfait di Musetti il piatto resta ricchissimo), oltre ad una ricca fan zone. Nel vicino 36, invece, staranno capitani e tennisti prima di raggiungere il campo. Tutto è stato programmato per offrire un’esperienza unica: le premesse saranno rispettate?
