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Elle Fanning: Predator: Badlands, il coraggio di combattere contro sé stessa

In Predator: Badlands, sesto capitolo del leggendario franchise horror fantascientifico iniziato nel 1987, anno in cui il primo film dominò il box office americano con oltre 40 milioni di dollari incassati in pochi giorni, Elle Fanning porta in scena una delle interpretazioni più sorprendenti della sua carriera cinematografica. Con Badlands, la saga di Predator si reinventa tra azione, adrenalina, riflessione e introspezione, portando la tensione nel conflitto interiore.

Il conflitto interiore

L’attrice interpreta infatti due versioni di sé stessa: da una parte Thia, un androide dal passato misterioso e dall’altra Tessa, sua sorella e spietata antagonista. Un doppio ruolo che la porta letteralmente a combattere contro sé stessa, in una lotta tanto fisica quanto emotiva.

Ad affiancarla vi è Dimitrius Schuster-Koloamatangi che veste i panni di Dek. Riveste il ruolo di un assassino di assassini, costretto a stringere con Thia un’alleanza disperata per affrontare un esercito di nemici tanto letali quanto inquietanti, tra questi anche la sorella Tessa.

Elle Fanning: «In un mondo di pericoli, serve imparare a fidarsi»

Il film rappresenta un mondo pieno di pericoli, in cui chi non è aggressivo rischia di soccombere. Alla domanda se questa visione possa essere considerata una metafora della nostra epoca, l’interprete ha spiegato che, in un certo senso, lo è. Non tanto perché oggi si debba essere aggressivi, ha precisato, ma perché si è spesso chiamati a essere competenti in contesti molto diversi tra loro.

Proprio per questo, ha aggiunto: «Trovo che la storia che raccontiamo sia bellissima: i due protagonisti per raggiungere i loro obiettivi scoprono che la strada è allearsi. Dek è l’ultimo degli ultimi, ma la mia androide deve imparare a stabilire comunque una relazione con lui e insieme devono diventare una squadra. Da soli non si va lontano, c’è sempre bisogno dell’altro».

Spesso, tuttavia, non è semplice fidarsi. L’attrice ha riconosciuto che si tratta di un altro grande tema del film, ma anche di uno spunto che si presta a una riflessione sulla vita vera e reale. Secondo lei, la fiducia è indispensabile non solo per sopravvivere. «Serve fiducia anche per formare il tuo clan e quindi trovare la tua famiglia» sottolinea inoltre l’attrice.

Sul set come nel film, la collaborazione è tutto

Ha osservato anche come sia interessante vedere due personaggi così diversi, quasi opposti, ritrovarsi obbligati a collaborare su un pianeta in cui ogni cosa sembra volerli annientare. Entrambi finiscono per unirsi e scoprire una forma di alleanza inaspettata. In fondo, ha concluso: «Diciamo che, più semplicemente, può anche capitare di dover collaborare con qualcuno di molto diverso da te per portare a termine un lavoro».

Alla fine ciò avviene anche sul set, ha spiegato l’attrice. La fiducia gioca un ruolo fondamentale. Affidarsi al regista e al resto del cast richiede lo stesso tipo di apertura e collaborazione che attraversa la storia del film. «Penso che Dan sia riuscito a creare un ottimo clima sul set: tutti ci sentivamo a nostro agio e sicuri sia per divertirci ma anche per collaborare».

In più ha rivelato che ciascun membro della troupe ha avuto la possibilità di esprimere le proprie idee ogni volta che ne sentiva la necessità, discutendo insieme su come affrontare le varie scene. «La fiducia che c’è stata in questo processo è stata una grande cosa».

Il coraggio secondo Elle Fanning

Il personaggio che interpreta la Fanning si distingue principalmente dalla sua forza e dal suo coraggio. A questo proposito Elle ha ammesso: «Io penso di essere coraggiosa, sì. Penso anche di essere diventata coraggiosa quando ho imparato a buttarmi di più. A volte, non sempre». Secondo lei, tutte le esperienze soprattutto quelle più difficili insegnano qualcosa e aiutano a diventare non solo più forti, ma anche più intelligenti e sensibili nel riconoscere quando vale davvero la pena correre un rischio.

Elle Fanning: «Le donne spesso devono essere più coraggiose degli uomini»

L’interprete ha anche voluto rimarcare che interpretare una eroina donna ha un valore diverso sottolineando che molto spesso le donne devono essere coraggiose, più degli uomini. Cresciuta in una famiglia di donne forti e determinate tra cui la sorella maggiore Dakota, anche lei attrice di successo l’interprete di Predator: Badlands racconta di essere stata circondata da figure con una testa molto pensante, tutte abituate a esporsi e a farsi ascoltare. «Ora il mio modo di portare avanti l’idea di emancipazione che ho respirato si manifesta producendo i miei progetti oppure avendo il coraggio di prendere strade diverse».

Nel genere Fantasy: la sua prima volta

Il film rappresenta per lei una vera e propria prova: la prima volta che si cimenta nel genere fantasy. Ha spiegato di aver dovuto uscire completamente dalla propria zona di comfort per affrontare questo progetto. Grande fan di Prey, il capitolo precedente della saga, uscito nel 2022, non aveva mai recitato in un film di questo tipo né interpretato un ruolo simile. Per prepararsi ha dovuto allenarsi intensamente, ma ha sottolineato che oggi considera questa esperienza una delle più impegnative e al tempo stesso una delle più gratificanti della sua carriera.

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