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“Amuri e luci”: Carmen Consoli manifesta il suo disappunto in siciliano

La cantantessa pubblica il nuovo album “Amuri e luci”: il siciliano «fa uscire la parte più introspettiva di me». Un inno all’amore verso le proprie radici e all’attivismo politico.

Carmen Consoli (©Carmen Consoli)
Carmen Consoli (©Carmen Consoli)
Carmen Consoli (©Carmen Consoli)

Carmen Consoli (©Carmen Consoli)

Esce oggi il nuovo album di Carmen Consoli: “Amuri luci” unisce il dialetto siciliano, il blues e i canti popolari. Considerato il primo capitolo di una trilogia, questo disco contiene undici brani che affondano le radici linguistiche e culturali dell’artista che canta principalmente in siciliano, arricchito da stratificazioni di arabo, latino e greco. La scelta della lingua madre viene motivata con la volontà di esprimere al meglio i suoi sentimenti di memoria, vita e resistenza. In questo modo la Consoli desidera manifestare apertamente il suo disappunto verso i disagi sociopolitici del presente.

La particolarità di Carmen Consoli

Carmen Consoli, nata a Catania il 4 settembre del 1974, è una cantautrice e polistrumentista italiana. Di madre veneta e padre siciliano, si appassiona fin da bambina al cantautorato italiano, al blues e alla black music. Riscuote un successo di pubblico dopo la partecipazione al Festival di Sanremo nel 1997, con la canzone “Confusa e felice”, e viene soprannominata la cantantessa. Ha rivoluzionato la musica italiana, fondendo rock, folk e canzoni d’autore, da essere ritenuta oggi una figura musicale di spicco della contemporaneità.

“Amuri luci” come un manifesto politico

L’artista fa luce col suo album perché vuole raccontare differenti episodi tristi del passato e del presente. Innanzitutto, la canzone che dà il titolo al primo album fa riferimento alla morte del giornalista Peppino Impastato per mano della mafia, vista attraverso il dolore del fratello Giovanni. Affronta altre spiacevoli tematiche, come le difficoltà dei migranti, le perdite dolorose delle guerre, le ribellioni al potere e le rivoluzioni capeggiate da grandi figure femminili.

La cantante ha un’idea politica tesa verso una partecipazione attiva per aiutare i bisognosi. Si riferisce in particolare alle innocenti vittime di Gaza: le manifestazioni di protesta di questi ultimi giorni, come quelle di Bologna, l’hanno fatta emozionare in positivo. Manifesta apertamente la sua solidarietà verso il popolo palestinese e sostiene che il  presidente: «Netanyahunon non è adeguato al ruolo che ricopre» (Corriere di Bologna). Allo stesso tempo non approva la divisione interna della sinistra italiana, ed è fiera del figlio sceso in piazza a Catania per protestare. Aggiunge che: «La flottiglia è un orgoglio, la gente che scende in piazza è la conoscenza, magari ci stiamo sbagliando tutti, ma è molto importante perché ci aiuta ad essere un popolo cosciente».

Lorenzo Jovanotti in mezzo ai fan (©Lorenzo Jovanotti)

Lorenzo Jovanotti (©Lorenzo Jovanotti)

Le collaborazioni artistiche in “Amuri luci”

“Amuri luci” si arricchisce della presenza di tre ospiti speciali. “La terra di Hamdis”, realizzata insieme a Mahmood, è la storia di un poeta arabo-siculo Ibn Hamdis che, cacciato dalla Sicilia dall’invasione normanna del XI secolo, è obbligato a viaggiare per il Mediterraneo. La Consoli desiderava dei suoni arabi per raccontare il dolore di dover abbandonare la terra amata. “Parru cu tia”, in collaborazione con Jovanotti, è un inno alla ribellione e all’azione, dove la parola si fa gesto politico e poetico. Il giovane tenore Leonardo Sgroi del Maggio Musicale Fiorentino canta in “Qual sete voi?” sulle orme di Nina da Messina, la prima poetessa a scrivere in volgare.

“Amuri e luci” è solo un primo capitolo

L’artista siciliana è intenzionata a comporre una trilogia, dove “Amuri e luci” è solo un primo capitolo. Il filo che collega queste tre anime è la storia di Polifemo e Galatea: questa prima parte racconta di un amore che rende il ciclope umano e poetico. In questo album emerge la devozione di Consoli nei confronti delle sue radici, dalla lingua ai suoni del Mediterraneo. La sua composizione si è svolta quasi interamente in presa diretta, proprio nella sua casa di campagna. Per questo motivo ha voluto utilizzare la chitarra dell’Ottocento di una trisavola.

Il rock dirigerà il secondo disco, narrante la tragedia di Polifemo che uccide Aci, un pastorello che ostacola il suo amore. Qui Polifemo è un poeta, un ciclope innamorato. Il terzo disco, un cantautorato in italiano, narrerà la metamorfosi: Aci diventerà fiume e Galatea si unirà a lui nell’acqua.

Con “Amuri luci” Carmen Consoli avvia una trilogia discografica, tre dischi diversi che rappresentano tre visioni autonome. Si delinea quindi un unico progetto armonico che mostra la peculiare maestria di un’artista capace di reinventarsi senza perdere la propria identità.

Fonti: Corriere di BolognaIl Resto del Carlino

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