Per Guglielmo, tornare sul palco di Bologna con un progetto così personale significa rientrare simbolicamente tra le strade che lo hanno visto crescere. Il cantautore presenta questa sera al Bravo Caffè, davanti a un pubblico che ha già esaurito tutti i posti disponibili, “Angelico”, il suo nuovo lavoro discografico. Un titolo che non è solo un nome, ma una dichiarazione d’intenti: raccontare la vita nei suoi contrasti, custodendo la luce e l’ombra dentro undici brani che compongono un percorso emotivo sfaccettato.
Per l’occasione, Guglielmo sarà accompagnato da Renato Droghetti al pianoforte e Paolo Laganga alla chitarra, due presenze che contribuiscono a dare forma a un live costruito per essere intimo, diretto e profondamente suo.
Angelico di Guglielmo (©Copertina Angelico di Guglielmo)
Il significato di “Angelico”: unire ciò che ferisce e ciò che consola
Il cuore del progetto si nasconde proprio nel titolo. Guglielmo spiega come “angelico” sia il termine che più di ogni altro riesce a contenere il senso dei suoi nuovi pezzi: una parola capace di tenere insieme gli slanci luminosi dell’esistenza e i momenti più complessi, senza che l’uno cancelli l’altro. Ogni traccia del disco è autonoma, ma tutte contribuiscono a delineare una visione del mondo in cui la sensibilità diventa la chiave per attraversare anche gli episodi più fragili.
Il cantautore sottolinea come questo lavoro gli abbia permesso di rompere l’immagine esteriore, spesso superficiale, che lo accompagna. Nei testi prova infatti a raccontare emozioni autentiche, mostrando la complessità che si cela dietro ciò che appare.
Quando le storie personali incontrano quelle di Bologna
Molti dei brani nascono da esperienze che Guglielmo ha vissuto in prima persona; altri provengono da racconti ascoltati e trasformati in musica. Tra questi, uno dei più intensi è la canzone dedicata alla strage del 2 agosto 1980, episodio che ha segnato profondamente la città. Il cantautore sceglie di rievocare quella tragedia attraverso una storia d’amore interrotta all’improvviso dalla bomba, mettendo al centro la precarietà del destino e l’importanza di non sprecare il tempo che ci viene concesso.
Il legame con il Bologna: “Cosa c’è da perdere” e la gioia di un gol
Tra i brani che Guglielmo sente più suoi c’è ovviamente “Angelico”, ma non manca un particolare affetto per “Cosa c’è da perdere”, una canzone che nasce dalla voglia di descrivere l’atmosfera dello stadio e la passione rossoblù. Dopo il successo di “Tutto Rossoblù”, dedicato all’esaltante cavalcata verso la Champions League, il cantautore torna a cantare il Bologna e rievoca la travolgente vittoria per 5-0 sulla Lazio del 16 marzo. Un episodio calcistico che diventa immagine poetica, un frammento di gioia condivisa da un’intera città.
Da Dalla a Carboni: gli omaggi ai maestri
Sul palco del Bravo Caffè, oltre ai brani del nuovo disco, Guglielmo proporrà anche “Carboni”, il pezzo dedicato a Luca Carboni, e un momento musicale pensato per ricordare Lucio Dalla, figura simbolo della canzone italiana e della sua Bologna. Il cantautore racconta di provare sempre un certo pudore nel nominare Lucio, consapevole della statura artistica immensa del genio bolognese; eppure non può fare a meno di citarlo, come ha già fatto in precedenti lavori.
Con un sorriso ricorda quando, da bambino, lo incrociava per strada mentre sfrecciava sulla sua moto verde: un’immagine che oggi dialoga con la sua musica, fatta di storie e di nostalgie gentili.