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L’Auditorium Comunale di Calderino e i teatri “piccoli”. Perle spesso nascoste ma preziose

I teatri piccoli, nascosti, a volte quasi introvabili, si nascondono come veri tesori e contengono veri tesori. Uno di questi è l’Auditorium Comunale di Calderino, alle cui sedie si accede attraversando il palco. Un luogo poco conosciuto, ma con un programma ricco, impegnato ed interessante

Auditorium Comunale di Calderino - Stagione 2025/26
Auditorium Comunale di Calderino - Stagione 2025/26

C’è una realtà piccola, segreta e luminescente a Bologna, nascosta tra le aule e le chiese che odora di sedute scomode e gradinate basse, luci basse e palcoscenici rumorosi, è quella dei teatri piccoli.

Io li adoro questi luoghi pieni di impegno, passione e vita, sono tutto quello che cerco nell’arte e in chi la offre. Tutto qui si dilata, la luce diventa più larga e profonda, a volte inadeguata ma proprio per questo più vera. Le persone si conoscono tutte e si salutano per nome, le casse sono spoglie e un po’ sgangherate ma ti fanno percepire il valore e l’esigenza di qualcosa che servirà a costruirne altre. Spettacoli densi, pensati e pesati come i grammi delle torte delle nonne che sono sempre “quello che serve”, lanterne appoggiate in un bar, luci in una palestra, candele in un oratorio, sale essenziali (mai fredde).

Tra tutti questi ce n’è uno che adoro, dal nome altisonante e largo, dove le storie sono sempre importanti e uniche, dove le scale ti portano sempre in alto verso quello che andrai a vivere, dove sai che ci sarà posto perché in un tempo veloce la lentezza fa sempre un po’ più fatica ad arrivare alle anime in attesa di non essere salvate, dove posso dire a mia madre “questa sera andiamo all’Auditorium Comunale di Calderino.

Mappa Auditorium Comunale di Calderino

Dov’è l’Auditorium Comunale di Calderino?

L’Auditorium Comunale di Calderino

Questo è un luogo dell’anima (della mia anima). Si arriva al buio, devi saperlo che dietro a quella scuola salendo le scale ti si aprirà il sipario del palcoscenico che dovrai attraversare per raggiungere la sala. È una piccola caccia al tesoro dove sai che il tesoro ci sarà.

Eccolo! Auditorium; il cartello bianco con scritta nera ti accompagna al vialetto in ghiaia che si stende sulla collina verde (questa sera la luna è bella, sembra di camminare sulle onde), tutto appare velocemente.

Le signore indaffarate sotto la luce al neon attendono all’entrata, hanno quell’eleganza autentica delle sere importanti con vestiti giusti, capelli giusti, scarpe giuste, non importa se l’attesa è sotto la scala che ti porterà alle sale, il loro luogo è giusto, il loro lavoro è giusto e tu lo vedi, lo percepisci. Sei nel posto giusto, l’hai trovato e mentre ti staccano la contromarca del biglietto sei già felice, ti senti più sereno

Il cartello per l'ingresso all'Auditorium Comunale id Calderino

Il cartello per l’ingresso all’Auditorium Comunale id Calderino

Teatro, un luogo dove sognare

Sali le scale (due rampe) arriva l’atrio e qui si apre la magia, si perché all’ ”Auditorium Comunale di Calderino” sei protagonista prima di essere pubblico, in questo luogo sospeso tra ragione e magia tutto si trasforma prima di diventare finzione: tre scalini di legno ti elevano, una tenda di velluto grigio si apre e il palcoscenico si rivela.

Si! perché in questo luogo dell’anima tutto prende forma prima di rivelarsi, in questo luogo dell’anima per accedere alle sale si entra e si esce direttamente dal palcoscenico senza accedere da dietro e in un attimo sei tutte le storie del mondo, i sogni, le nuvole, le lacrime e i sorrisi di chi ha visto applaudito e sentito la vibrazione che provi.

Passi il sipario, sali due o tre gradini e ti scegli la tua patrona, rossa, rigida e scomoda che ti ricorderà di restare attento. Il programma 2025/26 è come sempre ricco, e lo è davvero, grandi spettacoli con grandi attori non visti come dovrebbero.

Sofia Longhini ne "Le cose più grandi di me"

Sofia Longhini ne “Le cose più grandi di me”

Un programma ricco e interessante, ma troppo poco conosciuto

Che peccato anche questa sera siamo pochi, riconosci Gabriella, la Sindaca, qualche membro del consiglio Comunale, il giornalaio, quella signora bionda, come si chiama pure? Non ricordo, però c’è…

Buio! La scena si apre, la sala prende forma, Sofia Longhini entra con quel collo bianco e quei capelli rossi saltella, ci accompagna come un folletto delle fiabe. Il Suo spettacolo “Tutte le cose più grandi di me” è una perla rara, un urlo e una carezza.

Quando la luce torna non sappiamo se applaudire o chiedere scusa, ma poi lei sorride e quegli occhi giganteschi fanno entrare gli sguardi di tutti quelli che la stanno a guardare. L’applauso è lungo come il suo inchino, le sedie si richiudono, le ghiacce si rinfilano, si torna ad attraversare il sipario, poi il palcoscenico e a tronare in scena, nella nostra scena, quella vera, quella che ci spinge e ci trattiene, che non fa sconti ma dove forse è giusto stare, per continuare a desiderare di sognare, per aver voglia di rimanere o partire, sicuramente di tornare.

Prendo un foglietto, cosa dice il programma? Ah, Ok! 9 novembre “Mafie in Pentola”. Segnato!

E tu cosa ne pensi?

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