Il fentanyl, la cosiddetta “droga degli zombie” particolarmente diffusa negli Stati Uniti (dove ormai da tempo è in corso una vera e propria epidemia), è arrivato anche in Emilia-Romagna. Qui l’utilizzo di questo oppioide 300 volte più potente della morfina è ancora limitato, ma non totalmente nullo: in Regione, infatti, sono stati registrati sedici casi. Abbastanza perché la Giunta regionale corresse ai ripari.
Il piano anti-fentanyl della Giunta de Pascale: monitoraggio attento, osservazione sul campo e azioni di riduzione del danno
La Giunta regionale guidata dal presidente Michele de Pascale si è già attivata per arginare la diffusione di questa potente e pericolosissima sostanza stupefacente, nota soprattutto per i suoi devastanti effetti collaterali. Utilizzato spesso anche dai giovani, il fentanyl può provocare sedazione, confusione mentale, vomito e vertigini fino a sfociare in reazioni gravi come crisi respiratorie, incoscienza e coma.
In base a un monitoraggio della Regione Emilia-Romagna, 16 persone su 12mila screening sono risultate positive al fentanyl tra ottobre 2024 e gennaio 2025. Si trattava per lo più di uomini (12 su 16) con un’età media intorno ai 45 anni. Con una percentuale dello 0,2%, si può ancora parlare di “diffusione limitata” della sostanza.
Ciononostante, la Giunta de Pascale ha subito pensato a un piano strategico. Innanzitutto, l’attento e costante monitoraggio in collaborazione con le Asl delle varie province resterà attivo. La Regione potrà sapere se l’uso di fentanyl rimarrà costante o aumenterà, attivandosi di conseguenza. In determinati casi si può procedere all’attivazione di soggetti specifici come i SerDp, le unità di strada specializzate nell’osservazione sul campo. Dove necessario, poi, verranno messe in pratica azioni di riduzione del danno. È previsto il coinvolgimento della rete di emergenza-urgenza, delle farmacie, dei laboratori clinici, del Centro regionale antidoti e degli istituti penitenziari.
«Le immagini dell’abuso di fentanyl in altre parti del mondo parlano più dei dati. Oggi possiamo ritenerci al riparo dalla diffusione di questa piaga ma è comunque fondamentale attivarci per tempo. Dovremo intervenire al minimo segnale negativo» ha spiegato l’assessore regionale alla Sanità Massimo Fabi.
(Fonte: Corriere di Bologna, Chiara Marchetti)