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Bologna e dintorni

Muri imbrattati: un problema non solo moderno

I muri imbrattati (se non peggio) non sono un problema solo moderno. Purtroppo Bologna, come ogni altra cittadina, era vittima di questo malcostume anche in passato

Targa contro i danneggiamenti nel Portico San Luca
Targa contro i danneggiamenti nel Portico San Luca

Tutti siamo indignati per la pessima dilagante abitudine di imbrattare i muri con scarabocchi che nulla hanno a che fare con la “street art”. Perché, almeno quella, è una forma d’arte che aggiunge più che togliere.

E dato che il fenomeno è esploso negli ultimi decenni (coincidendo con l’invenzione delle bombolette spray) si ritiene che sia una “novità” di questi brutti tempi. Ricorre come sempre la frase “una volta non succedeva” o “a bei tempi..!”. E invece no. Questo è un altro esempio di non conoscenza del passato.

A Bologna, così come in ogni altra città, questo fenomeno è assai antico. E non c’è bisogno di scomodare siti archeologici come Ercolano o Pompei, di cui sono famosissimi i graffiti: abbiamo esempi anche sotto i nostri portici.

Muri imbrattati: la targa di San Luca

Iniziamo dalla più evidente conferma di quanto detto. All’inizio della salita del portico di San Luca, poco dopo il Meloncello, c’è un cartello, in alto, assai eloquente (immagine d’apertura).

«Lascia o passeggere di scrivere o in altro modo imbrattare queste colonne e queste mura. Se sprezzi li bandi, se non temi le pene in essi minacciate paventa almeno per il dispiacere che porti a Maria Santissima di cui sono questi archi e queste mura».

Quando sia stato posto questo cartello non lo so, ma tutto fa pensare che sia praticamente contemporaneo della costruzione del portico, o comunque di pochissimo tempo dopo. Insomma, all’ingrosso almeno 250 anni fa! E naturalmente non vi è nulla da rallegrarsi se i nostri antenati erano incivili come noi. Purtroppo.

Cartolina con l'incisione del Basoli del voltone del Podestà a Bologna

Cartolina con l’incisione del Basoli del voltone del Podestà a Bologna

La cappella della Madonna del Popolo

Altra storia, altro esempio. Si guardi questa vecchia cartolina (inserita qui sopra) tratta da un’incisione di Basoli. Sulla sinistra, addossata alla parete del Voltone c’è una piccola costruzione: era la cappella della cosiddetta “Madonna del Popolo”. Custodiva e riparava una immagine mariana cui fa riferimento questo fatto di cronaca (che ha la caratteristica del raccontino edificante…).

Un giorno, un soldato, forse ubriaco, viene colto ad urinare contro il muro sotto l’immagine sacra. Rimproverato ribatté che la Madonna stesse in cielo e non lì. Istantaneamente venne colto da paralisi che cessò solo quando il Vescovo, ascoltato il pentimento del soldato, lo risanò. A ricordo del fatto e ad evitare altri “incidenti” fu poi edificata la cappella.

Pare che il grande proliferare di immagini mariane sui muri della città sia stato causato certamente dalla grande popolarità dello stesso culto a Bologna, ma anche un tentativo dei proprietari di casa di preservare i muri delle loro abitazioni da improprie “benedizioni”…

E tu cosa ne pensi?

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