Sherlock Holmes a Bologna… è possibile? L’iconico personaggio nato dalla penna di Sir Arthur Conan Doyle ha mai messo piede sotto i portici petroniani e visto le due torri con il naso all’insù come ognuno di noi?
E perché no? Vi dirà Sandro Samoggia, bolognese innamorato della storia di Bologna autore del libro “Sherlock Holmes a Bologna” edito da Costa Editore nel 2013.
La storia prende il via da un clamoroso omicidio irrisolto avvenuto proprio a Bologna, il 14 novembre 1882. L’orafo felsineo Camillo Coltelli viene ucciso e l’unica indagata, Enrica Zerbini, viene prosciolta dalle accuse. Complice un viaggio in Inghilterra, il Conte Michele Paleotti amico e cliente dell’orafo contatterà il famoso investigatore chiedendogli di occuparsi del caso.
E Sherlock Holms giunto in terra emiliana non deluderà nemmeno questa volta. Ovviamente.

Il libro “Sherlock Holmes a Bologna”
Sherlock Holmes a Bologna
Partiamo subito con una considerazione: Samoggia è un grande conoscitore di Bologna, della sua storia e del suo carattere; questo libro, così come gli altri dello scrittore, vedono la nostra città uscire dal ruolo di scenario e prendersi una parte da protagonista.
L’inserimento del noto personaggio di Conan Doyle non è quindi un mero tentativo di dare un accento esotico al libro, ma un modo per conoscere sotto diversi occhi la nostra città e il solo modo per dare una soluzione a un caso altrimenti irrisolvibile.
La storia, ovviamente inventata, prende però spunto da due eventi di cronaca avvenuti davvero a Bologna e che in passato furono casi davvero clamorosi… tanto quanto oggi sono misconosciuti. L’omicidio Coltelli e la “Causa Longa” sono quindi il presupposto che porterà il nostro a indagare in giro per Bologna.
Conosceremo così zone della città ormai perdute o che hanno cambiato volto, e due eventi importanti per i nostri concittadini dell’epoca. Il tutto in un romanzo con un intreccio ben studiato. Con tutto il bene che mi lega a Samoggia, amico dell’associazione di cui per anni ho fatto parte (Amici del Museo Civico Archeologico di Bologna-Esagono), il suo scritto non è paragonabile a quelli di Conan Doyle.
Rimane comunque un libro scorrevole, divertente e con un intreccio decisamente credibile e piacevole. Un modo per conoscere una Bologna che non c’è più. Consigliato per tutti gli appassionati di gialli e di Bologna.
