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JETHRO TULL – AQUALUNG

Sebbene registrato agli inizi degli anni ’70, Aqualung è un capolavoro attuale più che mai anche al giorno d’oggi.

JETHRO TULL – AQUALUNG

Uscito il: 19 Marzo 1971
Etichetta: Chrysalis/Island
Numero di catalogo: 6339 035 L
Durata: 42′ 55”

Tracce (testi e musiche di Ian Anderson):
LATO A
01 Aqualung
02 Cross-eyed Mary
03 Cheap Day Return
04 Mother Goose
05 Wond’ring Around
06 Up To Me

LATO B
01 My God
02 Hymn 43
03 Slipstream
04 Locomotive Breath
05 Wind Up

Dopo l’album d’esordio, This Was, ed il buon successo ottenuto con Stand Up, i quattro di Blckpool hanno avuto un flessione con Benefit, accolto tiepidamente da critica e pubblico.
Serve un lavoro di impatto, che riporti l’attenzione sulla band ed è proprio con questo proposito che Ian Anderson e soci si chiudono in studio nell’Aprile del 1970.
Anderson ha le idee chiare: nella sua mente si è già delineato un personaggio e non si tratta di un eroe ma di qualcosa di diametralmente opposto.
Poco tempo prima è rimasto colpito da alcune foto scattate da sua moglie Jennie ad alcuni senzatetto temporaneamente alloggiati nei pressi di un argine del Tamigi ed uno in particolare attira la sua attenzione.
Sono anni in cui la società si interroga su sé stessa, su dove stia andando e, soprattutto, su quale direzione voglia prendere.
La classe dirigente viene guardata con sospetto, le critiche piovono feroci da qualsiasi parte politica e gli intellettuali teorizzano ogni argomento venga dato loro in pasto.
La musica ha un ruolo centrale in tutto questo, gli artisti prendono posizioni precise e affrontano i problemi a viso asperto, diventando così punto riferimento per giovani lavoratori e studenti che attraverso i loro testi danno un senso alla propria ribellione.
Si mette in discussione persino ciò che fino a quel momento era stato dato per scontato: la religione, e non è affatto semplice per prelati e ministri dei vari culti offrire risposte convincenti.
Andersson non si limita ad osservare, è parte attiva ma non ha ancora preso la parola.
Si è reso conto, infatti, che nella marea di voci che si sovrappongono c’è qualcuno che non parla.
È il senzatetto della fotografia.
Anderson, negli anni, non si stancherà di ripetere che il disco non è un concept-album, ma sta di fatto che in esso si toccano temi di vita comune, come la critica sociale e Dio.
Quel senzatetto viene ritratto dal pittore Burton Silverman in un’iconica copertina, con le fattezze di Anderson stesso, con lunghi capelli scompigliati ed abiti trasandati, vicino a manifesti che pubblicizzano ricche vacanze natalizie.
È stato battezzato Aqualung, dal nome di un respiratore per subacquei il cui rumore ne ricorda la voce rantolante.
Anche il retro di copertina merita di essere citato, su di esso infatti vengono riportate nove frasi che tradotte suonano così:

1. In principio l’Uomo creò Dio e ad immagine dell’Uomo egli lo creò.
2. E l’Uomo diede a Dio una moltitudine di nomi, perché fosse il Signore di tutta la terra quando l’Uomo l’avesse deciso.
3. Ed il settemilionesimo giorno l’Uomo si riposò e si appoggiò pesantemente sul suo Dio e vide che era cosa buona.
4. E l’Uomo formò Aqualung dalla polvere della terra, e una schiera di altri suoi simili.
5. E questi uomini inferiori furono gettati nel vuoto; ed alcuni furono bruciati, ed alcuni furono separati dalla loro specie.
6. E l’Uomo divenne il Dio che egli aveva creato, e con i suoi miracoli regnò su tutta la terra.
7. Ma mentre tutte queste cose accadevano, lo Spirito che aveva causato la creazione di Dio da parte dell’Uomo continuò a vivere in tutti gli uomini; persino in Aqualung.
8. E l’uomo non se ne accorse.
9. Ma per l’amor del cielo è meglio che cominci a stare in guardia.

Sarà proprio Aqualung a dare il titolo al disco e ad aprire il dialogo con gli ascoltatori nella title-track in cui racconta la sua vita miserabile, mentre guarda le bambine con “cattive intenzioni”.
La gente che lo circonda lo disprezza a motivo di questa sua evidente perversione e si sente in diritto di non aiutarlo ma Anderson si rivolge a lui con fare benevolo, chiamandolo “amico mio” e pregandolo di non sacappare quando lo vedrà.
L’album prosegue con Cross-Eyed Mary, una giovane studentessa strabica, che si prostituisce concedendosi solo ai miserabili come lei e regalando loro gli unici momenti di felicità.
Dopo la brevissima Cheap Day Return, si passa a Mother Goose, spaccato di vita apparentemente felice, ma il riferimento iconoclasta a Mamma Oca, personaggio letterario nato in Francia e diffusosi in molte culture – una vecchia oca antropomorfa che racconta fiabe incredibili al solo scopo di catturare i bambini – è un monito su quanto il consumismo si riveli una trappola.
In Wond’ring Aloud si trova una cupa riflessione sul futuro e sull’importanza di dare mentre Up To Me, aperta un riff di flauto destinato alla posterità, tratta della tendenza umana ad incolpare Dio per i propri errori.
La tematica continua nel lato B: My God infatti è proprio una feroce invettiva di Aqualung nei confronti dell’Onnipotente per la sciagurata condizione cui lo ha destinato.
Hymn 43, che sarà singolo, è una critica aperta all’ipocrisia della religione – non alla fede ed al misticismo, come spesso frainteso – ed alle istituzioni che ne dettano le regole.
Dopo una Slipstream dal sapore vagamente rinascimentale, arriva il secondo singolo, Locomotive Breath, una considerazione su come l’incremento della popolazione mondiale (al tempo era poco più di un terzo di quella attuale, n.d.r.) abbia impoverito gli individui anziché portare prosperità.
Una lunga ed articolata Wind-Up, che riprende il tema dell’ipocrisia religiosa, chiude la registrazione.

Accolto molto favorevolmente da critica e pubblico, l’album venderà sette milioni di copie.
Aqualung è molto più di un semplice disco, è un capolavoro che parte dalla copertina e si snoda attraverso musiche di grande intensità e testi consapevoli e pregni di significato.
E, dopo oltre cinquant’anni, rimane di un’attualità disarmante.

E tu cosa ne pensi?

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